mercoledì 27 maggio 2009

I cani per non vedenti


Pur non inserendosi perfettamente nell'ambito della Pet Therapy, un grende contributo di aiuto viene dato dai cani per non vedenti. Questi animali vengono addestrati per un periodo (5 mesi) per diventare delle perfette guide a queste persone che vivono nel buio, e lo sono, ve lo assicuro!
L'anno scorso mentre stavo facendo un giro per la città di Vicenza mi sono imbattuta per caso in una dimostrazione, in piazza, delle abilità di questi cani. Gli istrutturi mostravano al pubblico presente come questi animali aiutano i ciechi a muoversi per le strade e quindi a vivere meglio.
Credetemi è un lavoro lungo e difficile!
responsabili insegnavano loro:
- a distinguere i guinzagli: con quello morbido (corda) non dovevano guidare nessuno, mentre con quello rigido dovevano prestare la massima attenzione perchè erno tenuti da un non vedente;
- a procedere diritto, a distinguere la destra dalla sinistra e a segnalare o aggirare ostacoli di ogni tipo, per terra, di lato, ad altezza d’uomo, anche passaggi pedonali, scale, porte, biglietterie, posti a sedere liberi e mezzi pubblici rientrano nell’addestramento base;
- a tener conto, ad esempio quando passano in mezzo alla gente o attraverso una porta, dello spazio della persona: infatti se sono tenuti con la mano destra stanno più verso destra, se invece sono sostenuti sulla sinistra stanno prevalentemente verso sinistra;
- a non distrarsi per strada quando incontrano altri cani, gatti o qualsiasi animale che a un cane comune possa scattare una reazione.
Quest'ultima caratteristica mi ha sorpreso maggiormente: è naturale, lo sanno tutti, che i cani abbiano ai loro simili appena li incontrono e insegnare loro a non farlo credevo fosse impossibile!Evidentemente no!
Qesto addestramento, come ho già detto, si protrae per 5 mesi. Al termine di questa fase il cane viene sottoposto a un ulteriore periodo della durata di 2 mesi di addestramento personalizzato secondo le esigenze di mobilità della persona cui sarà successivamente assegnato e costa in totale circa 20.000€.
Mi è piaciuto parlare di questo argomento, spero che a voi sia piaciuto leggerlo :)!!!!

martedì 26 maggio 2009

Pet Therapy: per saperne di più

Intervista a Lejla Valerii, Psicologa, Istituto Zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”. (http://it.health.yahoo.net/c_special.asp?id=19114&s=2&c=26)

Pet therapy è un’espressione che può generare confusione… Si tratta di una terapia alternativa ad altri rimedi terapeutici?
Per non avere una confusione a livello di definizione sarebbe meglio non usare il termine pet therapy, ossia terapia con gli animali, perché in realtà questa spiegazione è un po’ obsoleta. Risale infatti agli anni ‘50 quando si è iniziato a parlare di quanto gli animali potessero aiutare e influenzare la guarigione di persone con disabilità. Da allora di tempo ne è passato ed è già da qualche anno che si comincia a parlare di attività o di terapie assistite dagli animali o di educazione assistita dagli animali. Questa “rigidità” di definizione nasce per riuscire ad indicare meglio quello che questi nomi vanno ad indicare perché se si parla di pet therapy si parla di tutto e si parla di niente.
È importante riuscire a dare una definizione specifica perché si parla di interventi terapeutici cioè finalizzati al miglioramento o alla guarigione di determinate aree fisiche/psicologiche che sono state comunque valutate e selezionate con indagini di tipo clinico.

Negli ultimi anni la pet therapy si è ampiamente diffusa in Europa e, anche se a rilento, sta facendosi strada in Italia. Ha trovato difficoltà a lavorare con questo metodo e ad applicarlo?
Le cose stanno cambiando… è ovvio che all’interno dell’Istituto Zooprofilattico quando hanno cominciato a parlare di attività e di terapie assistite dagli animali c’erano degli ambienti medici in cui questo tipo di programmi non erano i benvenuti. La questione nel corso degli anni si è modificata perché ci sono state più possibilità di riuscire a dimostrare i benefici di questi tipi di interventi terapeutici. Tra le altre cose negli ultimi anni anche qui in Istituto sono arrivati dei bambini con autismo le cui famiglie avevano avuto delle indicazioni a sottoporsi a terapie assistite dagli animali da parte dei loro neuropsichiatri infantili. Quindi come per tutte le cose “nuove” c’è la necessità di un tempo affinché la cosa sia comunque accettata, digerita. Diciamo che noi nel nostro territorio riusciamo a lavorare bene con l’ambiente medico.

Cosa fare per partecipare ad un programma di pet therapy?
Ci sono varie iniziative in Italia, ma non mi sento di fare nomi in particolare. Il consiglio che posso dare è che per chiunque voglia fare questo tipo di attività o terapia assistita dagli animali bisogna comunque andare nella struttura più vicina, rivolgersi a chi eroga questo tipo di terapia. Essendo una terapia medica i primi passi da fare sono identici a tutti quelli che si fanno per tutti gli altri tipi di terapia. Quindi ci devono essere dei colloqui iniziali e una valutazione di tutto quello che è stato detto e fatto fino a quel momento. È importantissimo che ci sia una condivisione del lavoro che il gruppo vuole fare con il cliente (se è possibile, altrimenti con i familiari). La famiglia, con l’aiuto del medico, deve valutare come si pone il tipo di lavoro fin dall’inizio, perché se la terapia significa far andare le persona nella struttura e iniziare da subito a fare tutta una serie di incontri senza che vi sia condivisione con i familiari, degli obiettivi, ecc., questo è già un modo per differenziare chi lavora secondo certi standard e chi no.

Ho aggiunto le risposte di questa psicologa esperta perchè credo che metta un pò di ordine ai dubbi che magari ognuno di noi ha; a me sono servite per capire meglio questo mondo...spero siano servite anche a voi...

RAZZA ALASKAN MALAMUTE



"Dai comuni mortali, il Malamute, in quanto nordico, viene visto come un cane dal carattere sui generis, un cane che si fa i fatti suoi, forse anche pericoloso, un lupo, insomma, travestito da agnello. Cheyenne del Lago degli Orsi, femmina di ormai otto anni, ha contribuito a smentire ancora una volta tutto ciò.


Da febbraio a maggio 1998 è stata la protagonista di sedute di Pet-Therapy che si sono svolte presso la Scuola Elementare "Lambruschini" di Padova, in cui lavoro come insegnante di sostegno per bambini in situazione di handicap.


Fruitori di queste sedute, sono stati quattro bambini di classi differenti, affetti da diverse patologie: dal ritardo mentale all’impaccio motorio.


Inizialmente, il Dott. Aldo Giovannella, che si occupa anche di Pet-Therapy, ha tenuto una lezione introduttiva a tutti i bambini delle classi in cui insegno parlando dei cani in generale utilizzando prima delle diapositive e poi facendo vedere e toccare Cheyenne


Le loro reazioni sono state differenti, ma tutti erano attratti dal cane e volevano stare con lei: c'era chi aveva paura quando la sentiva abbaiare, chi era intimorito nel darle il biscotto, chi continuava a darle ordini per poterle dare il biscotto - premio, chi, quando la accarezzava, rideva.Cheyenne si è rivelata un'ottima co-terapeuta: ha accettato di buon grado di ripetere gli esercizi diverse volte, cioè di sedersi, abbaiare a comando, portare la palla, correre, sdraiarsi, mangiare biscotti (l'esercizio più gradito!), farsi portare a guinzaglio, farsi toccare ed accarezzare, sempre con molta pazienza, delicatezza, adattando i suoi tempi di risposta al comando e attesa del premio a quelli più lenti dei bambini.[...]"

(Ilaria Giacomelli)
Che bella che è questa razza canina!!è quella che preferisco in assoluto..sono proprio dei cuccioli teneri; si fanno amare dalle persone e soprattutto dai bambini..come si può vedere in questo articolo di Ilaria Giacomelli.
I bambini comunque sono così semplici che ci mettono poco a fare amicizia a ad affezionarsi agli altri, sia che essi siamo persone, sia animali...
La spontaneità che hanno i bimbi si intreccia con la naturalezza di queste creature per far emergere un affetto che continua per tutta la vita...


lunedì 25 maggio 2009

Con i cani alla terapia anticancro «Ci aiutano a superare il dolore»

Carrara, pet therapy nel reparto di oncologia: è la prima volta Dai gatti ai delfini, così gli animali contribuiscono alle cure (alcune testimonianze dei pazienti)(http://www.inseparabileforum.com/forum/topic_TOPIC_ID_9983.htm)

Il sorriso e la gentilezza dell'infermiera aiutano, certo. Ma se sei un paziente malato di tumore, se hai l'ago della flebo infilato in vena e conti goccia a goccia il cocktail di farmaci della chemioterapia, non sarà né un sorriso né una parola gentile a distrarre l'angoscia. Di solito è così che va, nei reparti di oncologia. «E invece stavolta — racconta entusiasta la signora Fanny — il tempo è volato via assieme alla paura. Devo ammettere che mi sono rilassata. Posso dirlo? Perfino divertita...».


Il suo cancro, per un'ora abbondante, è come scomparso dalla scena per lasciare spazio a due «attori» mai visti in un reparto oncologico italiano: due cani. Lui si chiama Chance ed è un border collie dal pelo lungo e grigio, lei risponde al nome di Shana ed è un pastore delle Shetland rosso-mattone.


Per tutta la mattina, ieri, Chance e Shana si sono dati un gran da fare per rendere meno duro il trattamento anticancro di quaranta pazienti, alcuni ricoverati, altri trattenuti in day-hospital nella Divisione di oncologia dell'ospedale di Carrara, il primo Reparto del genere, appunto, a ricorrere alla pet therapy, la terapia che prevede l'utilizzo di animali.

Che bello sentire le parole delle persone prime protagoniste di questa terapia!é inutile dire altro, sono loro i personaggi principali, insieme agli animali, di questa grande storia...Se vogliamo sapere come funziona, cosa vuol dire, cosa si prova l'unico contatto a cui dobbiamo rivogersi sono proprio loro che sperimentano sulla loro pelle la vera essenza di questa "medica"...

UN PO' DI ME...

Ho deciso di intraprendere questo blog incentrato sulla terapia con gli animali perchè anche io all'inizio ne sapevo poco: conoscevo questo mondo e mi affascinava ma era distante da me. E allora ho pensato:"Voglio saperne di più!" e mi sono messa a scrivere anche per dare la possibilità di avvicinare voi lettori a questa realtà.
Nella mia infanzia non ho mai avuto un animale domestico.
Pensavo mi mancasse un amico speciale, un amico a 4 zampe, un compagno di giochi da coccolare nei momenti tristi. Forse è stata proprio questa carenza a creare in me maggiore interesse per questa dimensione. Questo mondo, per me magico, l'ho scoperto guardandolo con occhi non più da bambina e questo mi ha permesso di creare quel contatto che da sempre mi mancava con queste splendide creature..
Ecco questa è la mia storia...E la vostra??
Quali sono state le vostre esperienze con gli animali?

domenica 24 maggio 2009

IL PUNTO SULLA TERAPIA CON IL MEZZO DEL CAVALLO: OGGI

OGGI
La TERAPIA CON IL MEZZO DEL CAVALLO (T.M.C.) si può considerare come un complesso di tecniche rieducative agenti per il superamento del danno sensoriale, cognitivo e comportamentale attraverso un'attività ludico-sportiva che ha come mezzo il cavallo.Ipotizzando in termini di "modello" l'azione cinetica e dinamica operata dal cavallo e al relativa controreazione operata dal bambino cerebropatico sui tre assi dello spazio si evidenzia la necessità di movimenti anticipatori, di orientamento e di adattamento che coinvolgono il sistema nervoso a livello neuro-motorio, neuro-pscologico e a livello delle funzioni corticali superiori.

A livello neuro-motorio con baricentro stabile rispetto al cavallo ed instabile rispetto al terreno, si realizza un'azione naturale di "stetching" e di "teeping" che agisce, se correttamente modulata, sull'allineamento posturale, sulle reazioni di equilibrio e di raddrizzamento, sulle reazioni globali tonico-fasiche e sui movimenti reciproci di flesso-estensione.
A livello neuro-psicologico è possibile, sfruttando le azioni cavallo ed il comportamento intenzionale del bambino, attivare più adeguatamente reazioni di orientamento, migliori tempi di reazione e di attenzione, potenziare l'abilità esecutiva e la discriminazione spaziale (direzione, distanza, sequenzialità, allineamento, lateralità).
A livello delle funzioni corticali superiori è possibile ipotizzare un miglioramento sui livelli di attenzione, di estroversione, di vigilanza, di timismo, di aggressività e di espressività.
(per saperne di più: http://www.cnranire.com/pagine/mainmenu.htm)

La "Città degli asini" Nuova pet-therapy

"PADOVA
A Polverara domenica 24 sarà una domenica tutta dedicata agli asini. Una festa per l'umile animale che da migliaia di anni si presta a pesanti servizi per l'uomo, portandosi dietro pure la fama di testardo. Nel Comune padovano viene infatti inaugurato il Centro di formazione sulle attività assistite con gli animali «La città degli asini», l'originale associaizone avviata da Lorena Lelli che ha per protagonisti appunto i tanto bistrattati somari. Sì, perché tra le altre ricchezze che offre, quest'animale paziente per antonomasia ne custodisce una straordinaria: quella di poter aiutare le persone a «curarsi».L'onoterapia - dal greco onos, asino - è una delle nuove frontiere della «pet therapy». Chi è a contatto con un animale, nella fattispecie un asino, e se ne prende cura - nutrendolo, pulendolo e giocandoci - ottiene effetti positivi sul sistema nervoso e sull'umore. E oltretutto ha l'opportunità di mantenere il contatto con la natura e le cose semplici. In una parola, un «amico» asino fa bene alla salute. Ed è appunto questa l'idea all'origine di questo primo centro sperimentale del Nord sulle attività e terapie assistite con animali, che opera in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico delle Venezie di Legnaro. Il centro di Polverara si rivolge in particolare ad operatori sociali, educatori, psicologi o ad altre figure che operano con persone con difficoltà relazionali, ma anche a chi, spiega Lorena Lelli, «è solo in cerca di pace e ha voglia di procedere "a passo d'asino"». Sarà uno dei temi di cui si parlerà domani al Convegno nazionale sulla Pet therapy, a villa Nievo Bonin Longare di Montecchio Precalcino. Poi domenica l'appuntamento a Polverara, a partire dalle 10 e per tutta la giornata. In programma, tra l'altro, passeggiate con gli asinelli, «giochi da asino- racconti da asino».
Per saperne di più: http://lacittadegliasini.com"
(da: Il giornale di Vicenza 24/05/09)
Mi raccomando voglio le osservazioni e riflessioni di chi è potuto andare a questa inaugurazione!!é la prima volta che vengo a sapere di questa città però mi interessa molto andarla a vedere, e poi non è neanche molto distante da dove sto io!Sì, un giorno ci andrò e poi vi farò sapere..

mercoledì 20 maggio 2009

...LA DELFINOTERAOPIA...

Il mio animale preferito è il delfino ed ora vi spiego il perchè mostrandovi questo video:

http://www.youtube.com/watch?v=EWauoX_t4iQ
"I delfini sono in grado di individuare e mantenere in superficie persone in difficoltà, ma diversamente da quello che farebbero con i compagni della loro stessa specie, spingono questi esseri umani verso riva, come se capissero il loro bisogno di raggiungere la terra ferma. Oltre a questo soccorso "fisico" i delfini influenzano positivamente anche la psiche umana. Coloro che hanno nuotato con i delfini hanno avuto quasi sempre l’impressione che essi interagissero con le persone immerse come se comprendessero il loro umore: timidi e distanti con chi ha timore, giocosi con chi è eccitato, carezzevoli con chi è rilassato. Sembra quindi che nuotare con i delfini abbia effetti positivi sulla psiche umana. Lo confermano esami elettroencefalografici effettuati in USA su persone partecipanti a corsi di nuoto, prima e dopo l’immersione."
...straordinario vero??Un giorno vorrei proprio lavorare o almeno avereuna esperienza simile con queste splendide creature: sono così socievoli e amabili che è difficile non voler loro bene.
Trasmettono calore e poi sono giocherelloni, ideale per i bambini. Avete visto il sorriso su questi bambini? Fa emozionare vero?

A volte basta così poco!!

...a voi cosa ha colpito di più in questo video?
Aspetto i vostri commenti!

martedì 19 maggio 2009

Gli Animali

Nel vocabolario italiano cercando il termine animale si trova: "Sono definiti Animali (o Metazoi) tutti gli organismi eucarioti, con differenziazione cellulare, eterotrofi e mobili durante almeno uno stadio della loro vita.[...]".
Ma secondo me sono molto di più di questo, non siete d'accordo?
Il fatto che riescano ad aiutare un bambino autistico o un anziano solo è una cosa straordinaria. Loro non fanno nulla di particolare, non hanno una laurea, sono meno sviluppati di noi eppure riescono ad alleviare lesoffferenze di chi sta male. Noi ci chiediamo: macome fanno??Ma la risposta la sappiamo bene...semplicemente AMANDO, trasmettendo il proprio affetto agli altri incondizionatamente. Dovremmo fare anche noi così, invece ci preoccupiamo troppo nella vita, spesso circondata dai "se" e dai "ma".
Anche io sono coì sapete..quando non è il cuore a decidere; ma le mie scelte e a volte le mie emozioni sono legate alla ragione tutto sfuma e questa mi impedisce di dimostrare il mio amore al prossimo.
Insomma credo che abbiamo tutti da imparare qualcosa da questi esseri viventi che sono in un gradino più basso di noi nella gerarchia della vita, eppure senza di loro non vivremmo!!

martedì 12 maggio 2009

BRILLA UNA STELLA


In questo libro commovente, Danielle Steel, narratrice amata da milioni di lettori in tutto il mondo, racconta dell'adorato figlio perduto e della lezione appresa durante la difficile lotta contro la sua malattia. Nick, secondogenito dei nove figli della famosa scrittrice, è sempre stato un po' 'speciale': dotato di qualità straordinarie, aveva però già da bambino manifestato una certa instabilità di carattere, che durante l'adolescenza era sfociata in gravi episodi fino alla terribile diagnosi: sindrome maniacodepressiva. La terapia, avviata forse tardivamente, non aveva potuto evitare la tragedia: a diciannove anni Nick è morto suicida. Tributo d'amore e struggente rievocazione di una giovane esistenza vissuta intensamente e con troppa frenesia, quest'opera- corredata di un toccante inserto illustrato- vuol essere, negli intenti dell'autrice, anche un aiuto perché chi si trovi in situazioni analoghe alla sua non perda mai la fiducia e la speranza.


COMMENTO PERSONALE: Questo è uno dei pochi libri di Danielle Steel che mi piacciono molto, il modo in cui lei descrive l'amore per suo figlio e la sfida che lei in prima persona affronta per superare la malattia. Una delle cure provate è stata proprio la Pet therapy (delfini) e ricordo il sorriso che Danielle vedeva negli occhi del figlio quando entrava in acqua insieme a questi splendidi animali..Scorrendo le pagine si può vedere alcune foto di questa vita e grazie a queste immagini l'autrice permette al lettore di immergersi completamente in questa vicenda e di starle vicino in questa lunga strada e sofferenza che prova passo dopo passo.
Vi consiglio di leggerlo e magari discuterne insieme a me quando l'avrete finoto. Mi interessano le vostre opinioni...

La zooantropologia mira a realizzare un rapporto tra Uomo e Animale in modo corretto ad adeguato a vari scopi, anche terapeutici. In base a questi principi, da due anni nella comunità terapeutica assistita La Grazia di Caltagirone si sperimenta la pet teraphy come terapia aggiuntiva per persone con disturbi psichici; e tre asinelli (diventati adesso quattro con un nuovo nato) interagiscono con 25 pazienti affetti da disagio psichico. L'esperimento è proficuo. Si sono già registrati i primi risultati positivi, come era prevedibile, tenuto conto che i piccoli animali da compagnia possano migliorare le condizioni di salute di persone malate.L'esperienza terapeutica di Caltagirone è al centro nel convegno "Dal randagismo ... alla pet teraphy". L'incontro di studio (patrocinato, tra gli altri, della Provincia regionale di Catania) è stato organizzato dalla Federazione Nazionale Strutture Comunitarie Psicoterapeutiche (Fe.Na.S.Co.P.).

"Vogliamo dare un segnale di civiltà contro il randagismo. La Provincia coordinerà l'azione dei Comuni, Asl ed università allo scopo sterilizzare i cani, che saranno anche dotati di microchip per controllarne i movimenti. I risultati saranno efficaci soltanto se convinceremo la gente a non maltrattare e abbandonare i cani. Faremo degli incontri nelle scuole per convincere i più giovani a non abbandonare gli animali", Così ha affermato il presidente Castiglione facendo riferimento al progetto contro il randagismo appena avviato dalla Provincia e da altri enti. A quest'ultima iniziativa ha fatto anche accennato l'assessore Bulla che ha dichiarato: "Bisogna partire da una constatazione: la città, le aree a verde, l'intero territorio urbano sono abitati da varie specie di animali che svolgono in questi luoghi il loro ciclo vitale. Noi ci sentiamo minacciati dalla presenza dei cani randagi perché crediamo che essi minaccino l'asetticità del nostro ambiente. In realtà dobbiamo accettare la convivenza naturale tra uomini e animali. L'addomesticamento del cane risale a tempi remotissimi. Il randagismo è una smagliatura di questo rapporto".
COMMENTO PERSONALE: Che ottima iniziativa!Sono d'accordissimo!é inutile che ci lamentiamo dei cani randagi proviamo a pensare cosa possiamo fare noi per loro..utilizzarli per scopi terapeuci è una idea da spargere in ogni paese...è possibile la rieducazione dei cani vissuti in cattività, come si rieducano i Bambini killers lo si potrà fare anche per gli animali...Almeno io ci credo, e voi?

La «pet therapy» per i piccoli ricoverati


COMO - Sei anni per fare compagnia a 5 mila bambini. Domenica mattina i Labrador delle Unità Cinofile della Croce Bianca hanno festeggiato i primi 72 mesi della loro attività nel reparto pediatria dell’ospedale Sant’Anna di Como diretto dal professor Riccardo Longhi.
-->-->
I PICCOLI PAZIENTI - Luca, cintura verde di karatè, fermato dalla frattura a un braccio proprio durante un torneo, si è consolato con mamma Rosanna e papà Luciano, ma anche con Igor, il «veterano» del gruppo dei cinofili, sempre a disposizione della Protezione Civile anche per la ricerca di persone scomparse. Insieme a Igor, ieri, anche Tosca e Sissi. Anche il direttore generale dell’azienda sanitaria, Andrea Mentasti, è contento dei quattrozampe: «La pet therapy ha un effetto positivo in tante situazioni: e specialmente qui, con i piccoli ricoverati. È anche molto bello che in uno spazio clinico, dove ci sono da seguire le prescrizioni della scienza, ci sia un angolo per il calore degli affetti e della tenerezza».
Laura Guardini ("Corriere della sera")
COMMENTO PERSONALE:Gli animali sono di ottima compagnia lo sappiamo anche noi, specialmente quando stiamo male, e qui ne abbiamo una prova: riescono a "tirarti su il morale" e alleviarti almeno un pò di sofferenze soprattutto ai bambini. Mi sono piaciute molto le parole del direttore generale dell'azienda sanitaria, ha proprio ragione a volte l'affetto è meglio di qualsiasi medicina.
E voi cosa ne pensate??attendo i vostri commenti...